Per alcuni ristoratori l’arrivo della pandemia si è trasformato da catastrofe a trampolino di lancio. Ora, però, lo sguardo al futuro per migliorare bar e ristoranti in vista di momenti più floridi, deve nuovamente ampliarsi e prendere la direzione del target del momento (e del futuro): la GENERAZIONE Z.
I nati tra gli anni ’90 e il 2010, ormai non sono più novellini in materia di cibo, locali e movida. Sono loro il nuovo pubblico da soddisfare, dettando regole e mode innovative.
Ce lo raccontano proprio i ricercatori di CBA, nella loro nuova “FOODZ La ristorazione secondo la Generazione Z”, dove indagano il rapporto dei giovani con il mondo della ristorazione, dei momenti di consumo e della progettazione di esperienze specifiche.
Dalla ricerca emergono le variabili utili per svillupare un’attività con lo scopo di diventare un food lovemarks targato Z, e tutte ruotano attorno a valori sociali e relazionali profondi.
Il modo di vivere la ristorazione da parte della Generazione Z si differenzia in quattro macro categorie:
- L’Antidoto
Il locale diventa lo strumento per coloro che hanno bisogno di fare qualcosa mentre sono in compagnia di amici, sentendosi a disagio nei classici momenti di “silenzio imbarazzante”. L’antidoto a questo disagio diventa quindi il consumo di cibo. - Identità di gruppo
La scelta di un locale rispetto ad un altro dipende dalla simbologia dello stesso nell’immaginario collettivo del gruppo. In pratica un luogo in cui si identifica se stessi e la propria compagnia. In questo caso non importa cosa si mangia, ma chi ci va. - Mangiare cibo sano
La considerazione del cibo come mezzo per una buona salute è molto forte in questa categoria di persone. É più importante mangiare bene ad un prezzo più alto, piuttosto che consumare una grossa quantità di cibo spazzatura. - Il Digitale
L’esperienza in chiave digital incide fortemente sul consumo del pasto. Utilizzare lo smartphone per fotografare e condividere è un rito sempre più vivo. Quindi, per un locale, essere presente online, è un parametro fondamentale per il successo.
Già da una prima analisi di questi punti è chiara la necessità di adottare metodi di lavoro in linea con le preferenze di questo target, in modo da rivolgersi direttamente a lui, dialogando e fidelizzando.
I ricercatori si propongono un interessante cambio di mood per ciò che riguarda l’analisi del target, lasciando da parte gli archetipi legati alle “personas” e spostandosi alla situazione, da loro definita “scenarios“.
Tutto parte e ruota attorno alla situazione iniziale: il momento in cui si sceglie di consumare del cibo fuori casa.
In base a situazione e obiettivi dell’evento in questione, i bisogni e le scelte delle persone cambiano notevolemente.
Di seguito gli “scenarios” emersi dall’analisi.
Tinder date
Il primo appuntamento di coppia, situazione in cui è necessario sia fare colpo, che avere un ambiente intimo e allo stesso tempo rilassato.
Come vengono scelti i luoghi per questo scenarios? Attraverso siti internet, blog e Google.
Celebrations
Un momento di festa con un ampio gruppo di amici in un’atmosfera festosa e con la possibilità di spendere poco.
La scelta avviene tramite l’utilizzo di TripAdvisor, contatti e inserzioni Instagram.
Co – studying
Il posto perfetto per coniugare lo studio e il pasto. Un luogo che permette sia di concentrarsi per molte ore, ma anche di rilassarsi e fare due chiacchere per staccare la spina.
Scelto grazie al passaparola e ai post dei contatti Instagram.
Entertained dinner
In questo caso è più importante la situazione e l’intrattenimento che essa crea rispetto al cibo stesso.
Il locale adatto viene scelto grazie a siti internet, blog e Google.
Improvvisata al Fast Food
La soluzione più semplice e senza sorprese, ottima per quando non si pianifica e il cibo è visto come “un problema da risolvere” nel minor tempo possibile.
Il locale viene scelto solitamente tramite Tripadvisor oppure inserzioni su Instagram.
Cena con dolcetto
Lo scenario è quello della domenica post pranzo in famiglia, quando resta poco tempo da passare con gli amici e svagarsi.
Vengono scelti locali non troppo impegnativi, ma molto affollati, solitamente attraverso TripAdvisor e post dei contatti su Instagram.
Dopo aver analizzato gli scenarios individuati è chiaro che per la Generazione Z non è importante il cibo consumato quanto l’esperienza vissuta.
Comprendere la relazione che la Generazione Z ha con il cibo può suggerire nuove dinamiche utili a progettare servizi aggiuntivi in modo empatico, focalizzato sul consumatore e studiato in modo da unire il lato umano al digitale.
Proprio l’aspetto del digitale è il focus su cui concentrarsi per valorizzare un’attività ristorativa nei prossimi anni.
Si svilupperanno esponenzialemente i mezzi che permetteranno più autonomia nella fase di ordinazione e consumo del pasto, in modo da limitare i contatti sociali, oltre alla gestione personalizzata delle esperienze utente in modo virtuale e fisico.
Tutto dovrà essere sempre più personalizzato, unico e fungere da specchio di un’identità complessiva ben definita.
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